Eventi ibridi: basta davvero un live streaming?

Da qualche tempo, più o meno dalle prime timide riaperture dei luoghi di incontro per eventi, inizia a sentirsi con frequenza sempre maggiore l’espressione evento ibrido. Ma che cosa vuol dire esattamente? Superficialmente si può definire ibrido un evento sia fisico che digitale, ma vedremo che questa definizione non può considerarsi sufficiente, anzi può essere anche fuorviante. Per capire perché, facciamo un salto indietro nel tempo.

Una delle aziende più attive da anni nel mondo degli eventi virtuali e ibridi è Cisco, che sin dal 2006 ha iniziato a condividere video ondemand degli eventi, aggiungendo via via materiali scaricabili e contenuti esclusivi. Nel 2009, per la prima volta fu possibile seguire l’evento a distanza in streaming pagando una fee di ingresso più bassa del ticket in presenza. Fin qui nulla di veramente nuovo: in effetti già dai primi anni 2000 si sono iniziati a vedere i primi eventi in live streaming. La vera novità portata da Cisco è l’approccio organico e integrato con cui gli organizzatori hanno gestito la relazione fra utenti in presenza e utenti online.

Sono state predisposte opportunità esclusive ai soli attendes virtuali, tra cui: una live chat Q&A con executives Cisco, una chat “Chiedi all’esperto” in cui i clienti avevano la possibilità di incontrare rappresentanti Cisco di vari dipartimenti tecnici, per avere risposte su problemi di difficile soluzione, (…) contest per incoraggiare l’interazione con il contenuto online con la possibilità di guadagnare punti, e vincere premi, grazie al download di documenti e alla visione di video.”

Brian Sucow, Direttore Innovations Practice Internet Business Solutions Group Cisco.

Le parole di Brian Sucow sono tratte da un corposo PDF disponibile sul sito Cisco, che racconta tutto il case study, e che vale la pena di leggere interamente per farsi un’idea di questo approccio innovativo agli eventi. La frase chiave qui è: “predisposte opportunità esclusive ai soli attendees virtuali“, cioè il riconoscimento dell’esistenza di un pubblico a distanza, della necessità di coinvolgerlo, e addirittura di premiarlo per l’impossibilità di essere in presenza con contenuti esclusivi.

Se l’idea di una presentazione live verso una audience remota suona familiare, un motivo c’è: è il broadcast. La differenza negli eventi ibridi è che. L’audience deve avere la possibilità di connettersi alla sorgente e viceversa, e interagire. Per essere chiari, se la comunicazione va in una sola direzione, non è ibrida, è solo broadcast

Craig Janssen, designer and strategist at craigjanssen.com

In Hybrid Events: Who is doing what right now? lo strategist Craig Janssen non solo spiega con molta chiarezza che il livello minimo di definizione di evento ibrido è la comunicazione a due vie, ma va molto oltre, identificando tutte le possibili combinazioni di presenza digitale e fisica in questo grafico:

Le possibilità creative offerte dalle combinazioni di presenza fisica e digitale sono molteplici, e soltanto con soluzioni flessibili e reattive è possibile sfruttarle creativamente. Nei prossimi post parleremo di questa modalità di ideazione e produzione di eventi ibridi, e di quanto questi richiedano un approccio innovativo basato su soluzioni integrate e velocemente ricombinabili come la nostra suite Vudio HDE.

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