Sono ormai trascorsi diversi anni dai primi seminali barcamp in cui, con i primi progetti di dolmedia, studiavamo format live integrati con gli eventi, con tutti i limiti tecnologici di 6 o 7 anni fa, ma con la convinzione di poter interpretare e arricchire con il live la tipica immediatezza di un evento caotico e destrutturato come un barcamp. L’idea era (ed è ancora) quella di sviluppare progetti di coinvolgimento real time fortemente incentrati sul live streaming e sulla generazione di un flusso di contenuti ondemand in tempo reale, per aggiungere all’evento una ulteriore dimensione di racconto e valorizzazione. Questi esperimenti mi furono infatti molto utili per diverse produzioni realizzate negli anni successivi (penso al format delle prime edizioni di Frontiers of Interaction, o le videochat con Veltroni durante la campagna elettorale 2008 del PD, o i progetti realizzati nelle varie edizioni del Festival del Giornalismo).
Per queste ragioni avevo voglia di tornare un po’ alle origini, ripartendo proprio da un barcamp, per sperimentare nuove formule di organizzazione della produzione (live, ondemand e social integrati).
E quale migliore occasione del freelancecamp, organizzato da Alessandra Farabegoli, Gianluca Diegoli e Miriam Bertoli, persone molto in gamba e in grado di costruire un evento di qualità (impeccabile per contenuti e organizzazione, va detto subito) pur mantenendo un approccio familiare e non accademico? Ho quindi contattato Alessandra proponendogli l’idea, e nel giro di pochi giorni – grazie a lei e all’impagabile supporto di Giovanni Arata e dell’APT Emilia Romagna – abbiamo organizzato tutto senza neanche bisogno di un sopralluogo.
Cosa volevo sperimentare? Ecco i due elementi principali, che raccontano indirettamente anche ciò che abbiamo fatto:
Per prima cosa mi interessava continuare a studiare e testare Youtube Live, una piattaforma che diventa sempre più stabile, compatibile (ora supporta quasi tutti i device) e integrata: Youtube è lo standard de facto dei video su web, ed è quindi naturale che la sua versione live, ormai disponibile su quasi tutti gli account, stia facilmente diventando un punto di riferimento primario. Che funzionasse bene ce n’eravamo accorti ampiamente proprio durante il Festival del Giornalismo di quest’anno – 80 eventi in diretta per un totale di più di 100 ore di live streaming, diversi dei quali contemporanei, sono un test mica da poco (e anche una fatica mostruosa, diciamo pure). Al freelancecamp però mi interessava in particolare provare la funzionalità di marcatura degli highlight di uno streaming live per pubblicare rapidamente le clip degli interventi segnando semplicemente un IN e OUT . Una veloce elaborazione lato server, e dopo pochi minuti dalla fine di ciascun intervento si aveva già la possibilità di rivederlo, di condividerlo e di discuterlo online. La chiave per la buona riuscita di questa tecnica è l’organizzazione del lavoro in team: suddividendo i compiti si riesce a curare la parte di pubblicazione immediata senza grossi problemi, persino da remoto.
I riflessi social di questo approccio sono evidenti: il poter postare frammenti e highlight significativi di un evento in corso è un’ottima metodologia per fare catch-up e coinvolgere gli utenti interessati, scatenando discussioni in real time che possono contribuire a costruire senso in un evento che in questo modo esce dai suoi confini geografici.
Ci sono molti elementi che contribuiscono alla qualità di un evento in streaming, e non è affatto detto che per ottenere qualità si debbano necessariamente spendere decine di migliaia di euro. Per questa ragione ho progettato per il freelancecamp un setup estremamente semplificato e a basso costo, basato su:
Il sistema, pur così semplificato, ha funzionato piuttosto bene, e mi pare sia risultato perfettamente adeguato per una tipologia di evento come quella del freelancecamp. Chiaramente la lista della spesa non è mai sufficiente, e mi vengono in mente almeno 4 cose che sono state indispensabili:
A proposito di backup, chiudo con una nota di colore: dopo ore di streaming stabile, Youtube ha cominciato a far capricci nella serata di sabato, guarda caso proprio poco prima dell’intervento di Andrea de Carolis e del suo racconto di viaggio in Nord Corea!
Noi abbiamo risolto facilmente pubblicando al volo la versione registrata, ma il dubbio rimane 🙂
Tutti i video del freelancecamp sono qui
(la foto dell’articolo è di Luca Sartoni, quella di Kim jong-un alle prese con Windows non lo so ma mi piacerebbe saperlo!)
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